In quella parte del giovanetto anno
che ’l sole i crin sotto l’Aquario tempra
e già le notti al mezzo dì sen vanno,
quando la brina in su la terra assempra
l’imagine di sua sorella bianca,
ma poco dura a la sua penna tempra…..
(Inferno XXIV)
Con questa similitudine, che apre il XXIV Canto dell’Inferno, Dante descrive il fenomeno della brina tipico del periodo di Febbraio (quando il sole si trova a passare nella costellazione dell’Acquario): la brina è un deposito al suolo di ghiaccio granuloso, che si origine per il fenomeno detto di sublimazione, o più comunemente brinamento, del vapore acqueo presente in atmosfera.
Diagramma di Clausius Clapeyron per l’acqua
Guardando però le temperature minime di questi giorni, si notano valori generalmente al di sopra dello zero, a parte qualche sporadica località della pianura padana; pertanto non sono certamente frequenti le brinate in pianura, ma piuttosto giornate con cielo coperto da una distesa compatta di nubi….insomma giornate grigie tipiche degli inverni più miti.
Temperature minime del giorno 19 febbraio 2025
Buona parte dell’Europa continentale e mediterranea è dominata dall’alta pressione, che impedisce l’ingresso dei sistemi frontali atlantici, come si vede dalla analisi delle 06 UTC del 19 febbraio.
Analisi al Suolo delle 06UTC del 19 febbraio 2025
Lo scorrimento di aria umida e mite in quota su uno strato più freddo porta però alla formazione di tutta una nuvolosità compatta che va dalla pianura padana alla Sicilia, ben evidente dalla immagine del satellite MTG (Meteosat Third Generation) denominata RGB Cloud Phase.
Immagine del satellite MTG (Meteosat Third Generation) RGB Cloud Phase.
Perché allora tutta questa nuvolosità?
Si tratta per lo più di stratocumuli che nascono da uno strato umido intrappolato dalla inversione termica, che ben si può vedere dai sondaggi termodinamici delle 12 UTC del giorno 19 febbraio.
Diagramma Termodinamico relativo al sondaggio delle 12UTC del 19 febbraio 2025 delle stazioni di Osservazione di Pratica di Mare, Bologna e Cameri (NO).
Si crea perciò un tappo termico ed una zona di shear verticale del vento che determina la formazione e la persistenza di stratocumuli, nubi tipiche di queste configurazioni anticicloniche durante il periodo invernale.
Il top di questa copertura nuvolosa si attesta intorno ai 3000-4500 metri, ed è congruente con il top dell’inversione che noi abbiamo osservato nella stessa ora, ovvero alle 12 UTC, dai sondaggi termodinamici sopra riportati.
Insomma tante nubi e poca brina!!!!!
Verrebbe da citare nuovamente il Poeta, che nel Purgatorio fa dire a Stazio:
Per che non pioggia, non grando, non neve,
non rugiada, non brina più sù cade….
(Purg. XXI)