Non solo lampi e tuoni. Tra le manifestazioni più evidenti dell’arrivo di un temporale c’è il vento che si presenta, spesso, con forti raffiche. Nessuno stupore visto che sono proprio forti correnti ascensionali, che si definiscono updraft, ad alimentare le celle temporalesche nella loro fase di formazione con aria più calda e umida. Quando, tuttavia, il temporale raggiunge il suo stato di maturità sono le correnti discendenti -  downdraft - a farla da padrone. Con le precipitazioni, infatti, le correnti fredde trascinate verso il basso raggiungono il suolo diramandosi in direzione opposta a quella di avanzamento del temporale. Si genera così il fronte di raffica con venti che possono raggiungere diverse decine di chilometri orari. Se l’aria è sufficientemente umida al fronte di raffica si associa una caratteristica nuvolosità a forma di arco, detta, per l’appunto, arc cloud o shelf cloud.

Nell’animazione che vi proponiamo qui di seguito, un gust front con la sua arc cloud si “stacca” da un temporale formatosi al confine tra Umbria e Lazio e spazza l’area circostante fino a raggiungere la costa. La stazione meteorologica di Viterbo registra raffiche di 34 nodi pari a circa 70 km/h. Da notare come, le località attraversate dal fronte di raffica non siano state toccate dal temporale che viaggia in senso opposto. Altra cosa interessante, il bordo molto ben definito delle nubi temporalesche nella parte retrostante (dalla quale partono le raffiche) e le nubi “pettinate” nella direzione di spostamento della cella nella parte antistante, una direzione dettata dal vento in quota o, meglio, dalla direzione media del vento lungo l’asse verticale.

Se avete prestato molta attenzione all’immagine, avrete notato che c’è anche un altro fronte di raffica, nettamente meno definito e meno intenso, che si stacca da un temporale nell’entroterra della provincia di Salerno, in Campania.

Infine una precisazione: il vento del fronte di raffica non ha nulla a che vedere con le trombe d’aria – ma questo è evidente – e con le downburst, le raffiche discendenti sotto alla nube, che avvengono a scala spaziale e temporale inferiore, ovvero pochi minuti e qualche chilometro. Nella sequenza proposta, il fronte di raffica persiste per circa un’ora su di un’area di diverse decine di chilometri.