Primavera non bussa, lei entra sicura,
come il fumo lei penetra in ogni fessura.
Ha le labbra di carne e i capelli di grano:
che paura, che voglia che ti prenda per mano!
Che paura, che voglia che ti porti lontano…
(Fabrizio De Andrè)
Oggi, 20 marzo 2025, è l’equinozio di primavera: giorno e notte sono in perfetto equilibrio.
Il sole splendente su tutta l’Italia rende quanto mai vero il verso della canzone “Un chimico” del grande cantautore e poeta genovese: “primavera non bussa, lei entra sicura”!
Sappiamo che la Terra compie la sua rotazione attorno all’asse polare in circa 24 ore, simultaneamente al moto di rivoluzione solare che invece richiede un periodo molto più lungo, pari a circa un anno, per percorrere tutta l’orbita ellittica attorno alla nostra stella.
Il piano equatoriale terrestre e quello della eclittica, su cui giace l’orbita di rivoluzione, non sono però complanari, bensì inclinati di un angolo di 23° 27’. Questo determina l’alternanza delle stagioni in conseguenza della diversa inclinazione dei raggi solari durante l’anno alle varie latitudini dei due emisferi.
Quest’anno l’equinozio primaverile cade il
20 marzo alle 10:01 ora italiana: in questa data il Sole si trova esattamente allo zenit dell’Equatore e quindi in ogni punto della Terra la durata del giorno è uguale a quella della notte:
aequinoctis dies tam longi quan noctes sunt.
Perchè non capita esattamente il 21 marzo?
L’oscillazione di questa data come di quelle dell'equinozio d'autunno e dei due solstizi di estate e inverno è una conseguenza della natura frazionaria della durata dell’anno tropico. Se la durata di un anno fosse esattamente pari a un multiplo intero della durata di un giorno, le stagioni seguirebbero un ciclo perfetto e comincerebbero sempre lo stesso giorno ogni anno.
L'equinozio dallo spazio
Particolarmente eloquente l’immagine del Globo in un qualunque canale nella frequenza del visibile, che mostra come la linea di demarcazione tra la parte illuminata e quella in ombra risulti esattamente coincidente con l’asse polare.
Tali linee avranno invece le massime inclinazioni (guarda caso proprio di 23° 27’) nelle giornate dei solstizii estivo ed invernale.
Un osservatore all’equatore nel giorno dell'equinozio, vede sorgere il sole esattamente ad est e tramontare ad ovest, mentre a mezzogiorno lo vedrà perfettamente posizionato allo zenit. Sulla durata esatta di 12 ore della luce va però considerato l’effetto della diffusione atmosferica della luce, che fa sì che la terra sia illuminata già mezz’ora prima dell’alba e resti tale anche mezz’ora dopo il tramonto, il cosiddetto crepuscolo, che Dante descrive all’inizio dell’VIII canto del Purgatorio come
"l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core, lo dì ch’han detto ai dolci amici addio”.