Sono trascorsi ormai 4 anni dall’inizio del progetto Storm Naming, il processo attraverso cui il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare assegna un nome alle tempeste più intense che si formano sul nostro territorio. Svolgiamo questa attività in coordinamento con i Paesi del Gruppo del Mediterraneo centrale, Slovenia, Croazia, Macedonia del Nord, Montenegro e Malta. Quando invece questi eventi intensi arrivano sull’Italia ma hanno origine in aree di competenza di altri gruppi di Paesi che comunque operano in EUMETNET – l’organizzazione di cui sono membri 33 Servizi Meteorologici Nazionali europei che fornisce il contesto per organizzare programmi di cooperazione tra i suoi membri nei diversi settori di applicazione della meteorologia – il nome viene ereditato e inserito nel nostro computo con la data di impatto sull’Italia e il nome del Paese che lo ha attribuito.

La lista, frutto di un coordinamento appena terminato tra i membri del nostro gruppo, sarà in vigore fino al prossimo mese di agosto 2025. Quest’anno ci siamo fermati al ciclone Gori, vale a dire che il nostro gruppo ha dovuto assegnare sette dei venti nomi disponibili, benché in realtà gli eventi che hanno colpito l’Italia siano stati ben quattordici, con ultimo il ciclone Radha, nominato da Meteo Swiss, che ha colpito l’Italia il 31 maggio scorso.

I mesi più attivi sono stati novembre ‘23 e febbraio ‘24, rispettivamente con quattro e tre tempeste, mentre settembre ‘23 e marzo ’24 ne hanno avute due, per finire con ottobre ’23 e aprile e maggio ’24 che ne hanno avuta una ciascuno (qui per l'elenco completo). Si nota che, con l’eccezione dello scorso febbraio risultato molto attivo, tutti gli altri eventi hanno avuto luogo nei mesi autunnali o primaverili, a testimoniare una volta di più come la meteorologia mediterranea e, più in generale delle medie latitudini, sia particolarmente dinamica nelle stagioni di transizione, che segnano del resto storicamente i periodi in cui arrivano con maggiore frequenza delle perturbazioni intense che possono evolvere in vere e proprie tempeste.

Che si tratti dell’autunno o della primavera, questo accade perché in queste stagioni si accentuano solitamente gli scambi di masse d’aria lungo i meridiani, ovvero con irruzioni di aria fredda in un contesto caldo nel caso dell’autunno – casi in cui gioca un ruolo importante l’energia accumulata durante l’estate dal mare – oppure insorgenza di flussi meridionali intensi per l’ingresso di perturbazioni a larga scala che anticipano la ripresa dell’accumulo di energia durante la primavera. Ovviamente non è escluso che possano arrivare delle tempeste anche nelle due stagioni più stabili in termini di flussi di energia – ne è testimone lo scorso febbraio, ma le probabilità sono in tutta evidenza più basse, soprattutto per la stagione estiva.

E’ questa la ragione per cui, nell’ambito del progetto Storm Naming, si è deciso di iniziare una nuova lista di nomi all’inizio dell’autunno meteorologico, appunto il 1° settembre di ogni anno.

Qui sotto la lista, ma tutto questo e molto altro lo trovate anche nell’articolo di approfondimento su questo tema uscito sull’edizione ottobre-novembre 2021 della Rivista di Meteorologia Aeronautica, un articolo che potete scaricare dalla nostra pagina dedicata allo Storm Naming.