Dal 28 ottobre 2021 il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ha iniziato a nominare le perturbazioni cicloniche più intense o tempeste che colpiscono l’Italia. Nello specifico l’articolazione responsabile è il Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) di Pratica di Mare che, in qualità di centro di competenza fornisce giornalmente al Dipartimento della Protezione Civile previsioni di fenomeni meteorologici intensi, valide per tutta l’Italia.
Nel 2015 EUMETNET (Network of European Meteorological Services), l'organizzazione intergovernativa europea che ha l’obiettivo di garantire e facilitare la cooperazione tra i servizi meteorologici e idrologici nazionali d'Europa, ha istituito il progetto “Storm naming” per denominare le perturbazioni cicloniche più intense del vecchio continente, come già avviene negli Stati Uniti d’America per gli uragani.
Nello specifico, sono presi in considerazione gli eventi meteorologici estremi, caratterizzati da un’area di pressione molto bassa (depressione) associata ad un ciclone (termine generico che include, tra gli altri, quelli extra-tropicale, tropicale, tropical like cyclone e basse polari). Situazioni accompagnate da vento fortissimo su un’area estesa e spesso da mareggiate e significative alte maree; nel Mediterraneo tali eventi possono determinare nubifragi, alluvioni, temporali con forti raffiche e trombe d’aria. Il ciclone è tanto più intenso quanto più basso è il minimo di pressione.
In Italia tutti ricordano la tempesta di nome “Vaia” nell’ottobre 2018, con un minimo di pressione di 975 hPa, che provocò un vento talmente forte da abbattere milioni di alberi nelle Dolomiti e mareggiate eccezionali in Liguria, con onde fino a poco oltre i 10 metri di altezza. Nelle perturbazioni cicloniche del Nord Europa talvolta i venti raggiungono anche forza di uragano nella Scala dei venti di Beaufort, un esempio su tutti fu “Lothar”, ribattezzata “La tempesta del secolo”, che al Natale del 1999 devastò con i suoi venti violentissimi soprattutto Francia e Germania.
Per il progetto “Storm naming”, l’Europa è stata suddivisa in diversi gruppi di nazioni. L’Italia appartiene al “gruppo del Mediterraneo centrale”, in cui sono comprese la Slovenia, la Croazia, la Macedonia del Nord, il Montenegro e Malta. La scelta dei nomi e il “battesimo” della perturbazione avviene in coordinamento con i servizi meteorologici nazionali appartenenti al gruppo, formato da ARSO METEO (Slovenia), DHMZ (Croazia), YXMP (Macedonia del Nord), l’Ufficio Meteo dell’Aeroporto Internazionale di Malta e l’IHMS (Montenegro).
I nomi sono, in ordine alfabetico, alternando i generi: Apollo, Bianca, Ciril, Diana, Enea, Fedra, Goran, Hera, Ivan, Lina, Marco, Nada, Ole, Pandora, Remo, Sandra, Teodor, Ursula, Vito e Zora, e potranno essere utilizzati fino al 31 agosto 2022, quando verrà pubblicata una nuova lista valida per il 2022/2023.
Il CNMCA attrbuisce un nome proprio a una perturbazione ciclonica intensa se sono soddisfatti tutti i seguenti criteri:
1. Nessun altro servizio meteorologico nazionale europeo ha già attribuito un nome;
2. l’Italia deve essere la prima nazione europea ad esserne interessata;
3. All’evento, secondo quanto desumibile dai modelli concettuali e da quelli numerici di previsione utilizzati operativamente, sia associata un’area di diametro non inferiore ai 70-100 chilometri, una configurazione barica definita e l’intensità di uno o più fenomeni ad essa associati, corrisponda ai valori soglia utilizzati per l’emissione di avvisi per fenomeni meteorologici intensi corrispondenti almeno al colore “arancione”.
Il momento esatto in cui le perturbazioni cicloniche più intense vengono nominate è in funzione della predicibilità dell’atmosfera, comunque non prima di 1-2 giorni dall’interessamento del territorio nazionale.
Una volta che una tempesta è nominata da un qualsiasi servizio meteorologico nazionale appartenente ad un altro gruppo europeo, il suo nome viene mantenuto se il soggetto atmosferico si sposta sul nostro territorio o sui nostri mari. Pertanto in questo caso il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare non lo nomina, ma adotta il nome che gli è stato già dato prima di arrivare in Italia, anche se il ciclone non è più intenso come in origine.
Nei Paesi europei dove è attivo lo “Storm naming”, si è avuto un riscontro molto favorevole da parte dei media e dell’opinione pubblica. Infatti, è stato dimostrato che una denominazione univoca e ufficiale delle perturbazioni cicloniche o tempeste potenzialmente intense favorisce una comunicazione di massa più efficace di fronte a un episodio di meteo estremo, perché aumenta la consapevolezza del maltempo e migliora di conseguenza l’informazione verso il pubblico.
Per maggiori informazioni si può consultare la
pagina dedicata sul sito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
Per seguire gli spostamenti delle perturbazioni cicloniche e per leggere il loro nome, è disponibile la pagina dei
nostri prodotti grafici con le ultime analisi al suolo e le mappe previste con i fronti.